Essenza d’Estate a Villa Cipresso

Essenza d’Estate a Villa Cipresso

Andare a naso in un parco storico accompagnati da una famosa creatrice di profumi, tra preziose architetture e alberi secolari. L’evento di web-garden di giugno a Villa Cipresso, sulla collina torinese, invito irrinunciabile nel bello e nel buono.

Che sei arrivato lo capisci subito, anche se la villa ancora non si vede. 

A dirtelo sono le sagome fastigiate dei grandi alberi che ornano il lungo viale che porta all’ingresso. Qui la cortese allegria del padrone di casa conduce gli ospiti di web-garden ad un secondo cancello, quello che dà accesso diretto all’ala privata della villa seicentesca che si adagia su un bel prato all’inglese contornato da rose, lavande, peonie ed hydrangee

Perfettamente in accordo con il tema della giornata, il senso che viene immediatamente colpito è proprio quello dell’olfatto, grazie alla generosa fioritura di una grande siepe di falso gelsomino (Trachelospermum jasminoides) che dal muro di cinta si arrampica con grazia su un leggero pergolato dedicato al relax, rendendo – con il suo profumo intenso e stordente – il respirare un atto consapevole. 

Lo scopo della giornata è una passeggiata nel parco di Villa Cipresso a Chieri, accompagnati da Roberta Conzato, Presidente dell’Associazione Per Fumum e “naso” di fama internazionale con il pallino dei profumi fin da bambina, quando giocava estasiata con quelli della nonna, alcuni dei quali ancora conserva come preziosi tesori. Un talento naturale il suo che la conduce in giro per il mondo tra mostre, conferenze e la ricerca di essenze. 

Web-garden però è riuscita a strapparla ai suoi impegni per un pomeriggio per condurci in un magico percorso olfattivo attraverso le essenze dello storico parco.

Quello che circonda la villa che deve molto del suo aspetto all’archistar del barocco italico Bernardino Antonio Vittone, è un giardino all’italiana, strutturato in terrazze e ornato dalle forme regolari dell’arte topiaria nel quale trovano posto anche spettinati arbusti di profumatissime lavande su cui si ergono le forme svettanti di secolari cipressi dai tronchi scultorei che danno il nome alla villa. 

Alberi che il mito vuole come simbolo di lutto ed eternità, come già Ovidio scrive nelle Metamorfosi circa la triste vicenda del bel Ciparisso, pupillo del dio Apollo che per errore uccise il cervo dalle corna d’oro, suo unico amico. Inconsolabile, Ciparisso dice ad Apollo che il suo unico conforto sarebbe stato vivere in eterno per poter piangere l’animale che tanto amava. E così ha inizio la metamorfosi: Apollo lo trasformò nell’albero che da lui prende il nome, il cipresso appunto. 

Originario della Siria, il cipresso è un albero che a seconda delle varietà – se ne contano fino a 100 specie – può raggiungere anche i 50 m. di altezza, ma tutte con un denominatore comune: il profumo che resta sulle dita dopo aver leggermente sfregato le foglie squamose. Motivo per cui è uno dei grandi classici della profumeria, soprattutto maschile.

Quello che la nostra guida d’eccezione ci fa fare, è anche un percorso fuori dai clichè, attraverso la storia vera dei profumi nati in realtà in Italia e non in Francia come si tende a pensare. A portarli alla corte francese, ci racconta Roberta Conzato, fu infatti la nostra Caterina de Medici che il gossip del tempo vuole svenuta in terra gallica pare non per l’emozione quanto per l’afrore dei cortigiani.

Nel secondo terrazzamento, attraverso formali siepi di bosso che abbracciano una scalinata, si raggiunge una suggestiva fontana un tempo alimentata ad acqua piovana, sormontata da un bellissimo putto del 500 proveniente da una villa toscana.

Da un terrazzamento all’altro, la visita prosegue lungo un bel muro di cinta in mattoni che abbraccia un lato del parco e dove inizia un percorso veramente olfattivo che dai cipressi alle lavande, in una sinfonia di indaffarate api, sfingidi e farfalle, ci porta in un angolo dedicato alle erbe officinali. Dai più solitamente utilizzate in cucina, sono state  – e sono tuttora – uno degli ingredienti base della profumeria. “L’Acqua di Colonia, famosa in tutto il Piemonte – ci spiega Roberta Conzato – all’inizio era nota come Aqua Mirabilis, aveva uno scopo curativo ed era proprio a base di erbe officinali”. 

Scendendo ancora, un grande terrazzamento si apre sulla vista delle campagne circostanti da un lato, mentre dall’altro è racchiuso da un romantico muro ad archi ricoperto da maestose rose sarmentose davanti al quale si ergono altri statuari cipressi dalle forme intricate.

Qui, sotto un fresco bosco di faggi, un grande tasso e un bosso agghindato in forma conica abbracciano un cuscino di edere da cui occhieggia, un po’ minaccioso, un satiro a guardia dei suoi tesori vegetali. 

Passaggi nascosti e un po’ misteriosi, tipici dei giardini all’italiana, ci conducono, attraverso una porta aperta sul muro di cinta, nuovamente all’ingresso principale. Qui fa bella mostra di sé una Sophora Japonica, aggraziata acacia giapponese che piega i suoi morbidi rami ad ombrello ma che, perse le foglie nella stagione fredda, svelerà la scultura dei suoi rami. 

Siamo quindi condotti nel cortile posteriore della villa dove, in una grande aiuola rialzata, ricchi cespugli di rosa centifolia – una delle regine della profumeria fanno da sfondo ad un giovane ulivo. 

La bella visita ha il suo epilogo in una ricca e gradita merenda sinoira sur l’herbe, come nella più genuina tradizione piemontese, fra battute di carne cruda, quiche alle erbe, formaggi locali e fresche verdure. Il tutto innaffiato da un immancabile buon vino che scioglie alle chiacchiere e al convivio. 

Un pomeriggio perfetto, che poteva solo chiudersi in bellezza, con la meravigliosa torta di panna e frutti di bosco, creata appositamente per web-garden, con il logo dell’Associazione, dall’artista torinese della pasticceria Federica Chiarmetta, cake deisgner di talento, fondatrice di CHE CHARME, azienda domestica di produzione di di alta pasticceria.

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Visita al Castello Cavour fra parco, tramonto e lumi di candela

Visita al Castello Cavour fra parco, tramonto e lumi di candela

C’è già l’aria frizzantina della sera quando i soci di Web Garden arrivano a Santena, a pochi chilometri da Torino. Qui, alle sette, la Fondazione Camillo Cavour apre i cancelli soltanto per noi, accolti all’ingresso niente-di-meno-che dal direttore Marco Fasano. Lui e Serena Rossi, instancabile braccio operativo (e fucina di idee) della Fondazione, hanno preparato per Web Garden una serata speciale.

Si inizia con una lunga passeggiata nel parco della tenuta, maestosa opera dell’architetto paesaggista prussiano Xavier Kurten, all’epoca direttore del parco di Racconigi, che nel 1830 dispone gli alberi, isolati o a gruppo, nella fascia attorno al prato centrale e lungo il perimetro esterno, per nascondere i muri di confine con folti boschetti, solo apparentemente spontanei. Nei 16 ettari di quello che, oggi, è uno straordinario parco all’inglese siamo accolti da platani, frassini, ippocastani, carpini, aceri e querce pluricentenarie.

La guida naturalistica che accompagna i soci di Web Garden ne illustra storia e curiosità; e così scopriamo che il nucleo originario risale ai primi del ‘700, quando fu edificato l’attuale castello, affacciato – al tempo – su un giardino organizzato in quattro parterre delimitati da siepi e bordure fiorite. Nella seconda metà del Settecento il giardino diventa prato, chiuso da filari di alberi disposti perpendicolarmente alla villa. Il resto è ancora spazio agricolo, perché a questo servivano le tenute di campagna della nobiltà piemontese. Poi l’intervento di Kurten trasforma ogni cosa: non più utilità e agricoltura, ma pace, ristoro e bellezza.

Il tramonto ci riaccompagna verso l’edificio principale, ma non ancora all’interno del Castello. Per una visita a lume di candela occorre il buio, e l’attesa è premiata da un light dinner preparato dal ristorante “Le Vecchie Credenze” dentro la Sala Diplomatica, impossibile da visitare altrimenti, con i suoi stucchi antichi, gli arredi e gli specchi. Lì, proprio accanto alla grande terrazza che, dall’alto, affaccia sul prato, si dà un’ultima occhiata al Parco, ma senza poterne cogliere i confini: un po’ per l’astuta sistemazione dei grandi alberi, un po’ perché la notte è iniziata. Sulle scale che, dalla terrazza, portano all’ingresso del Castello si accendono lumi e candele. È arrivata l’ora di immergerci nel passato, quando l’avvento dell’elettricità era lontano e la vita aderiva di più ai ritmi della natura.

Con curiosità e cautela si entra nel Castello. Qualcuno accende la torcia del telefonino: la storta è in agguato. Ma è una prudenza inutile. Le candele fanno il loro dovere e gli occhi si abituano all’oscurità, da cui – piano piano – emergono meraviglie. Ecco i saloni aulici del pianterreno, la sontuosa stanza da letto della marchesa Filippina de Sales, nonna paterna di Camillo Cavour, che riposava sotto un baldacchino di stoffe ricamate; la Sala delle Caccie, i salottini da cui spunta un preziosissimo tavolino del Piffetti; l’ancor più prezioso vaso di Sèvres, dono di Napoleone III a Camillo Cavour: memoria di quando l’Italia iniziò a unirsi con l’alleanza di Inglesi e Francesi.

Tra un “attenzione” e un “dove sei?”, il gruppo di Web Garden si immerge in un’epoca scomparsa; e non solo per la suggestiva visione di una certa, pur sabauda, sfarzosità. Salendo al mezzanino – allestito soltanto per Web Garden ed escluso dal normale percorso di visita – ecco la stanza della servitù e un appartamento più domestico e quotidiano. Non tutti i giorni dell’anno trascorrevano in uno scenario da “Downton Abbey”. Capitava di mangiare a una tavola più modesta, di dormire in un letto meno sontuoso, di ritrovarsi davanti a un caminetto per leggere a lume di candela o ricamare, chiacchierando di qualche sciocchezza o discutendo di conti e lavori da eseguire. Come qualunque famiglia, in ogni luogo e in ogni età.

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Emanuele Montagna al Teatro Juvarra con Natura!

Emanuele Montagna al Teatro Juvarra con Natura!

Questo articolo fa parte del numero 19 di Web Garden: Armonie autunnali

La voce di Emanuele Montagna, unita alla musica di Gabriel Yared, ci accompagna lungo un viaggio alla scoperta dei boschi incantati di George Bayron,  per poi farti proseguire nell’armonica natura di Emily Dickinson.

Emanuel, regalandoti quasi l’illusione di vedere lo scaiottolo il calabrone, il mare il grillo in quanto natura è paradiso, riesce a farti percepire il dialogo di Umberto Saba con la capra che stava sola e legata in un prato e belava e quel belato era fraterno al dolore, per poi farci giungere infine ad ammirare la graziosa Luna di Giacomo Leopardi che tutto vede della nostra travagliata vita .

Natura: Emanuele Montagna al Teatro Juvarra

Natura: Emanuele Montagna al Teatro Juvarra

Questo articolo fa parte del numero 20 di Web Garden: la Natura dell’arte

Il direttore del teatro Colli di Bologna tra Emily Dickinson e Gabriele D’Annunzio al teatro Juvarra .

Per concludere con il vecchio ed aprirsi al nuovo che avanza, il Magazine di dicembre è dedicato alla costante tensione fra il creare e il conservare in arte e in Natura

Un recital intitolato “Natura” e promosso da Web Garden per un evento di beneficienza a favore della Onlus “Fondazione Sistema Ollignan”, organizzazione non profit che opera in un contesto di natura prevalentemente agricola a favore di attività occupazionali e educative per persone disabili.

Martedì 6 dicembre, al teatro Juvarra di Torino, gioiello di architettura in puro stile liberty d’inizio ‘900, l’attore e regista Emanuele Montagna ha incantato il pubblico con un recital di testi letterari su musiche contemporanee, accompagnando lo spettatore in un percorso di pura poesia.

Un arcobaleno di autori che hanno celebrato la Natura in tutte le sue sfumature ha contribuito a rendere magica l’atmosfera: da Giorgio Caproni con il suo Inno alla Natura a I Fiori di Aldo Palazzeschi, da George Byron con Vi è un incanto nei boschi a Gianni Rodari con le sue poesie Vattene Natura e Il cielo è di tutti.

Montagna ha emozionato il pubblico anche con altre liriche: A Silvia e Alla luna di Giacomo Leopardi, La Capra di Umberto Saba e La pioggia nel pineto di Gabriele D’Annunzio. Il culmine della pièce teatrale si è raggiunto con il Laudes Creaturarum di San Francesco, cui è seguita una performance dell’artista fuori programma in omaggio a Dante Alighieri.

Le musiche di Gabriel Yared, Cyrille Aufort e David Lang, premi Oscar per le loro celebri composizioni musicali cinematografiche, hanno trasportato lo spettatore in un viaggio senza tempo, dove unica stella polare era la voce incantatrice di Emanuele Montagna.

La bellezza del teatro Juvarra, unico e suggestivo nel suo genere, sede inoltre di un circolo dedicato alla magia, ha fatto da cornice all’evento e ha reso la rappresentazione ancor di più densa e emozionante.

La serata è stata resa possibile grazie al sostegno degli sponsor e alla partecipazione degli associati, che hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa culturale e benefica promossa dall’associazione Web Garden.

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FLAIRY MARKET 2022 – MONTICELLO D’ALBA

FLAIRY MARKET 2022 – MONTICELLO D’ALBA

DAL 15 AL 16 OTTOBRE

Lo shopping “buy local”

Il parco del Castello Roero di Monticello (Monticello D’Alba) ospiterà, il 15 e 16 ottobre, la seconda edizione autunnale di the Flairy Market. Un salotto a cielo aperto con tanti espositori che propongono le loro creazioni di moda, design, lifestyle: una selezione di artigiani, brand, produttori locali legati al tema della vita in campagna.

The Flairy Market è l’idea di due amiche, Margherita e Valentina, che nel corso del tempo hanno selezionato tantissimi piccoli brand artigianali italiani con i quali danno vita a 2 edizioni annuali in location d’eccezione, per promuovere il territorio e far conoscere i luoghi segreti di Torino e del Piemonte. ​