
Clematis: i fiori di Bach
Clematis, o Clematidi, è un genere molto vasto di piante perenni di tipo arbustivo, volubile o rampicante; erbacee o legnose, tendenzialmente a foglie caduche, ma ne esistono anche di sempreverdi, rustiche e non.
Insomma, di ogni tipo! Si contano infatti oltre 250 specie autoctone selvatiche provenienti da praticamente ogni parte del mondo; L’india ha la varietà bianche, la Cina quelle rosa, mentre l’Italia, tra le altre, ha la varietà alpina, con eleganti campanule ciondolanti violette e foglie che, un tempo, venivano usate dai montanari come cicatrizzante.
Molte clematidi infatti erano conosciute in passato per le loro proprietà officinali, anche se in dosi eccessive potevano essere tossiche. Alcune volte invece, i germogli venivano impiegati come ingrediente per le frittate e, soprattutto in Inghilterra, era usata dai contadini per schermare i campi nei mesi più caldi, in quanto fa ombra solo d’estate. La sua diffusione lungo i margini delle strade, a partire da questa pratica, le valse il soprannome di “gioia del viandante”.
Oggi questo genere ha scopo principalmente ornamentale, ma viene anche adoperata nell’omeopatia.
Edward Bach, medico e scrittore britannico, la propose per primo a questo uso negli anni trenta del Novecento, quando cominciò ad interessarsi al potere guaritore di alcune piante, tra cui le Clemati. I suoi rimedi floriterapeutici pseudoscientifici per gli stati d’animo prendono il nome di “Fiori di Bach”.
Egli consiglia gocce di Clematis in soluzione «per i sognatori, gli addormentati, per quelli che non sono mai completamente svegli, senza grande interesse per la vita. Persone tranquille, non veramente felici nella loro situazione attuale e che vivono piuttosto nel futuro che nel presente, nella speranza di un tempo più felice quando i loro ideali potranno realizzarsi. Clematis è l’estatico che si fa governare dai sogni, che vive negli ideali ma che fa poco sul piano pratico. Ama i libri e si perde in
letture. Sposta l’attenzione da un progetto ad un altro e tende ad attaccarsi troppo ad altre personalità più forti, mettendosi sotto il loro potere.»
A partire dal Dopoguerra si aggiungono alla lista delle Clematidi numerosissime specie ibridate, caratterizzate solitamente da grandi e coloratissime infiorescenze, emerse nel panorama in seguito all’utilizzo di nuovi fungicidi e tecniche di coltivazione. Ciò ha contribuito all’aumento di interesse per queste piante e al loro diffondersi nei nostri giardini. Ad oggi ne esistono più di 1400, tra cultivar e ibridi! Infine, interessantissima è la combinazione di queste piante con le rose. In natura – sappiamo – le piante sono sempre in simbiosi in qualche modo e in questo caso possiamo prendere spunto da essa sfruttando la forza della
rosa rampicante come struttura sulla quale la Clematide, con la sua flessibilità e leggerezza, può far “scaletta”. La combinazione aiuta a creare stupendi abbinamenti di colori anche rispetto ai tempi di fioritura di ciascuna pianta!
Alla visione di Bach della Clematide come personalità succube e rassegnata, noi, quindi, proponiamo una visione di essa come una pianta che ha solo bisogno di trovare la sua rosa, con cui vivere in simbiosi, cercando da essa protezione e stabilità, ma allo stesso tempo addolcendone le spine e vivacizzandone le tinte.
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