Corylus avellana: il nocciolo

da | 3 Nov 2021 | Herbarium

Il Citrus Sinensis ovvero l’arancio: un albero che bene si presta ad essere innestato. Lo sapevate che è l'agrume più diffuso al mondo?

Rimango sempre meravigliata quando in inverno guidando per le strade delle Langhe vedo i noccioli in fiore.

Il fiore del nocciolo non ha petali né sepali e nemmeno stami per la parte maschile. Accorgersi che questo arbusto, ai limiti del bosco, ha dei fiori è tutt’altro che comune.

Aguzzate la vista e avvicinatevi bene, potrete stupirvi di trovare questa pianta fiorita anche in mezzo alla neve. Dei piccoli fiorellini rosso intenso, grandi come la punta di una matita, si trovano ai capi dei rami. Ma quello di intenso colore è solo la parte maschile, quella femminile invece è una specie di grappolo cilindrico di colore verde, poco appariscente, pendulo. Il suo nome botanico, Corylus avellana, deriva dal greco “korys” (casco), poiché richiama la forma della foglia che racchiude la nocciola. Il secondo termine ha radici latine, “nux avellana“, ossia Noce dell’Avellino per la ricchezza di nocciole del territorio campano.

Sull’origine del nocciolo si intrecciano alcune leggende. Chi lo vuole generato dai raggi della luna come nascondiglio dall’inseguimento di un satiro. Chi, invece, lo vuole come caro a Diana, che gli diede vita per trovare riparo da un cinghiale inferocito. Altri ancora, invece, dicono sia stato dato in dono da un mago benefico ai suoi discepoli. Il legno di nocciolo, infatti, era considerato materia prima per la creazione bacchette magiche…

Anche gli autori greci e latini lo conoscevano bene, tanto che Catone invitava a coltivarlo nei giardini come fonte di sostentamento. Nella Roma antica il nocciolo era donato come augurio di pace e prosperità.

Il Mattioli (medico italiano del 1500) consigliava di pestare le nocciole e di berle con acqua e miele per combattere le tossi vecchie oppure di arrostirle e mangiarle con un po’ di pepe per far maturare il catarro.

Si hanno testimonianze, nel corso di tutta la storia dell’umanità, che il nocciolo è sempre stato utilizzato in tutte le sue parti: frutti, foglie, corteccia e gemme. Nel XVI secolo l’oleum heraclinum, cioè l’olio di nocciolo, era considerato una panacea in grado di guarire ogni forma di disturbo o malattia. La medicina popolare utilizzava l’infuso di amenti (i fiori maschili) come diaforetico, mentre il decotto della corteccia era utilizzato per curare l’influenza. Le foglie in decozione erano assunte per bloccare le emorragie interne.

Sono molto interessanti anche le sue varietà.

Il mio preferito è il Corylus avellana ‘Atropurpurea’, che ha foglie bordeaux purpuree che regalano bellezza in ogni stagione. Non meno interessante il Corylus avellana ‘Contorta‘ di piccola taglia adatto per piccoli giardini che è caratterizzato da rami tutti attorcigliati e ondulati che gli danno una forte personalità, elemento fondamentale non solo per le piante…