La lavanda

da | 29 Lug 2022 | Herbarium

Il Farfugium, la pianta facile da coltivare, sempreverde: l'aggiunta di colore necessaria per tutti i giardini

Pianta erbacea, perenne, sempreverde, appartentente alla famiglia delle Labiatae e originaria del bacino del Mediterraneo, la lavanda è ampiamente conosciuta per l’inconfondibile fragranza delicata, fresca e
persistente prodotta dalle sue infiorescenze che esplodono in estate con molti, piccoli e, appunto, profumatissimi fiori, dal colore violetto, raggruppati in spighe.

Le prime notizie della pianta ci arrivano da Dioscoride, botanico e medico greco, vissuto nella Roma
imperiale sotto Nerone, il quale è il primo a citare l’erba Stoecha (derivante dalle isole Stœchades, dove la lavanda cresce copiosa) nel 50 d.C.

Un altro studioso vissuto nella Roma antica da cui ci arrivano notizie della lavanda è Plinio il Vecchio: nel suo Naturalis historia XII, descrive 3 tipologie di lavanda, denominandola “nardo”. Tra questi il “nardo siriaco”, proveniente dalla Siria, sarebbe stato ricondotto all’erba profumata del Re Salomone. L’olio essenziale della lavanda, infatti, è apprezzato da tempi e luoghi molto lontani per un’ampia gamma di condizioni. In particolare i suoi benefici terapeutici contro il dolore e le infezioni e per la sedazione sono presenti nelle medicine popolare e tradizionale di numerose e antiche civiltà.

“Lavanda” deriva dal latino “lavare”, infatti gli antichi romani, così come Arabi e Greci, spargevano nell’acqua del bagno i fiori di lavanda per profumarsi, ma soprattutto per detergersi; questo ad indicare come già si conoscessero le propietà antibatteriche della pianta.

Il suo utilizzo però si dice risalga addirittura all’antico Egitto dove veniva inserita nelle urne sepolcrali e ne utilizzavano l’olio per il processo di mummificazione. Altri narrano che l’antica medicina indiana e tibetana usava la lavanda per curare i disturbi psichiatrici, mentre gli europei del XVI secolo pensavano addirittura che essa potesse migliorare l’intelligenza.

Oggi alcune di queste proprietà sono state dimostrate. Una ricerca del 2003, per esempio, ha dimostrato l’efficacia degli estratti ottenuti dalle foglie di Lavandula utilizzate nella medicina popolare iraniana come rimedi per il trattamento di varie malattie infiammatorie. È stata inoltre dimostrata l’azione neurosedativa di questa pianta, che contribuisce al migliorare le sensazioni di ansia e malessere psicofisico.

Il suo olio essenziale (ci vogliono circa 200 kg di fiori freschi per produrre un solo litro di olio essenziale di lavanda!) è utilizzato in erboristeria e aromaterapia per le sue proprietà digestive, spasmolitiche, carminative, balsamiche, aromatiche, antisettiche, diuretiche, rilassanti e lenitive.

Ma non finisce qui! La lavanda ha anche altri benefici.

Per esempio essa è un ottimo repellente contro le tarme: basta riporre dell’armadio o nei cassetti dei sacchettini di lavanda per scongiurare l’infestazione e profumare la biancheria. Inoltre trova spazio anche in cucina: i fiori essiccati sono commestibili e possono essere utilizzati per condire insalate, per preparare dolci o in risotti e gnocchi, e poi per insaporire le carni bianche, il pesce, la frutta, i dolci e infine il miele. A proposito di questo, le api amano la lavanda, dal cui nettere producono un miele di altissima qualità.

Esistono varietà di lavanda che si differenziano per colore e periodo di fioritura, per fogliame, usi e resistenza. In Provenza, la zona più conosciuta per la coltivazione a scopi cosmetici della lavanda, si trova la Lavandula angustifolia (detta anche officinalis o Lavandula vera) e la Lavandula hybrida, detta “Lavandino” caratterizzata da un profumo molto forte. La sua creazione infatti risale agli anni ’50 quando l’industria di prodotti detergenti faceva grande richiesta di olio essenziale.

In ambito decorativo, la L. stoechas, citata precedentemente, dal portamento compatto, foglia grigia e stelo fiorale molto breve, e altre varierà a taglia bassa (30-40 cm) sono perfette per le bordure, mentre le varietà “inglesi”, più rustiche, che presentano fiori dal viola al blu con varie gradazioni sono più adatte per le aiuole.

Tornando alla Provenza, i campi sterminati di lavanda donano al paesaggio un suggestivo e surreale colore violetto, che ha reso famosa la regione in tutto il Mondo e che ha contribuito alla diffusione del giardino in stile provenzale, appunto, caratterizzato, oltre che dalla nostra protagonista, da ulivi, cipressi e pini marittimi, ma anche piantearomatiche e rampicanti (tra cui il glicine, la malva e il gelsomino), che conferiscono al giardino una eleganza rustica, a patto che si dia molta importanza alla cura nei dettagli.

I colori tenui assieme con i profumi e gli elementi architettonici di materiale naturale come la pietra e la terracotta contribuiscono a donare un clima rilassante.

Non serve però viaggiare in Francia per ammiare questi spettacoli: negli ultimi anni, in Piemonte, in particolare le zone dell’astigiano e del Monferrato, stanno guagdagnando la nomea di piccola Provenza
italiana, grazie alla replica del format provenzale.

Speriamo di trovare anche noi un po’ di relax!