Questo articolo fa parte del numero 1 di Web Garden, marzo: la Rinascita.
Marzo è il mese di rinascita, un miracolo che si ripete ogni anno, del cui spettacolo possiamo godere tutti: un nuovo ciclo che si apre dinnanzi a noi.
“Da sempre il concetto che mi ha attratto di una scultura è la sua contestualizzazione all’interno di un ambiente in termini di luogo, naturale o architettonico.”
Riccardo Cordero, classe 1942, è un artista che si è sempre distinto per il suo personalissimo rapporto con la scultura e l’ambiente che la ospita. Dal padre intagliatore di legno ha imparato la passione per il disegno, la disciplina e la tridimensionalità della materia.
Web Garden: Che rapporto hanno le tue sculture con l’ambiente circostante?
Non sempre funziona nello stesso modo, molto dipende dal luogo. Uso due sistemi di progettazione diversi. Nel primo, come nel caso di mostre collettive in giardini o parchi come la triennale di Bad Ragaz in Svizzera, la scultura nasce idealmente senza una contestualizzazione precisa di quel luogo, perché la scultura rimane lì per un tempo ridotto e non è studiata e realizzata per quel luogo.
Nel secondo caso, come in Cina per un parco artistico, spesso sono stato invitato a progettare una scultura contestualizzata in un posto e a scegliere il luogo esatto dove posizionarla. Qui l’opera nasce esattamente per quell’ambiente e con esso si trova in stretta relazione.
La mia non è la scultura-monumento attorno a cui si arriva e dove si gira per guardarla tutta intorno, ma la mia scultura è praticabile, dentro la gente entra fisicamente e può vedere gli spazi prospettici e punti di vista non abituali: la mente umana inconsciamente completa le figure rimaste volutamente incomplete.
Web Garden: L’idea della scultura di viverla non girandoci intorno è frutto di un un percorso o sei già partito con questa concezione?
Uno dei primi esempi di mia scultura fatta così risale agli anni ’70, quando partecipavo a concorsi per la legge del 2% che prevedeva opere d’arte all’interno di complessi pubblici. Molti concorsi venivano fatti per i giardini delle scuole, elementari e medie, e un paio di interventi che ho vinto consistevano in sculture composte da vari oggetti situati all’interno di parchi dentro cui i bambini entravano e giocavano. Erano quasi dei parchi giochi, pur essendo delle opere d’arte.
A me interessava poco il concetto di monumento, mi attraeva piuttosto il concetto che lo spettatore venisse coinvolto.
Le mie sculture sono composte da elementi geometrici, sganciati tra loro, smontati, riassemblati in modo un po’ imprevedibile. Logicamente questo comporta una partecipazione in chi osserva, anche involontaria. Nel senso che la mente umana inconsciamente completa le figure rimaste volutamente incomplete. Se questo gioco lo moltiplico per tante volte all’interno di un unico elemento che è la scultura, questo comporta ancora un’altra partecipazione da parte dello spettatore. Se ingrandisco il gioco ancora di più fino a farlo diventare di svariati metri, allora proprio anche fisicamente si può entrare al suo interno e lo spettatore diventa parte integrante di un’opera che appare sempre diversa per ogni visitatore.
Web Garden: Come nascono le tue sculture? Come funziona il tuo processo creativo?
Il mio processo progettuale è assolutamente tradizionale. Parto sempre dai bozzetti grafici.
Prima appunto l’idea su carta attraverso matita e biro o qualunque altro strumento. Poi la sviluppo e la articolo modellando e assemblando vari elementi tridimensionali e alla fine verifico l’idea da diversi punti di vista, finché non trovo quella che più mi convince. Infine la sviluppo in grande.

Siccome è un lavoro che faccio in scala, non tutto si può moltiplicare per un certo numero di volte, per cui devo valutare di caso in caso fino a che dimensione può raggiungere la scultura. La mia, dove non c’è la committenza, è una progettazione libera.
Che materiali usi? Come gli scegli?
Uso solo metalli. Non mi ritengo scultore in senso pieno, io assemblo, io smonto, io rimonto.
Il metallo è la base delle mie sculture e si può articolare in modo diverso a seconda del luogo e delle esigenze. Posso usare acciaio inox lucido o satinato, bronzo o acciaio corten, a seconda del contesto e della committenza, a seconda degli aspetti tecnici ed economici. Per esempio un ambiente naturale molto verde mi permette di utilizzare l’acciaio corten, che ha una colorazione tipo ruggine, molto calda. Altre volte uso l’acciaio inox perché mi permette un contrasto molto secco e molto forte.