Questo articolo fa parte del numero 9 di Web Garden: Autunno Sensoriale
È un’esplosione dei sensi l’autunno che si riserva di non trascurare alcuno stimolo: gusto, olfatto, vista e tatto.
Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.
È con questa immagine che Ungaretti dipinge i soldati in guerra che si apprestano a morire, nella breve poesia composta nel bosco di Courton nel 1918: giovani uomini si preparano a cadere come le foglie degli alberi nella stagione autunnale, che lentamente si liberano del loro fardello prima del sonno dell’inverno che incombe. Ed è così che sovente è immaginato e rappresentato l’autunno.
Una stagione ove tutta la natura a poco a poco perde il proprio fulgore, si priva del suo splendore estivo, appassisce e lentamente muore. Eppure nella sua origine etimologica, la parola Autunno ha ben altro significato: proviene infatti da auctus, il participio passato del verbo latino augere, che significa “aumentare”, “arricchire”.
Questa parola quindi è bel lungi dal voler indicare un momento di malinconico declino: annuncia altresì il tempo dedicato alla raccolta dei frutti che uomo e natura hanno prodotto con il loro congiunto sforzo: quasi un’attesa e meritata ricompensa per il grande lavoro svolto.
L’autunno è un momento che suscita emozioni ambivalenti, talvolta in contrasto fra loro, e queste contrapposizioni sono molto ben rappresentate nell’arte, dove la stagione autunnale ha ispirato opere di grande voluttà, ma anche di estrema malinconia. Nella tradizione greco-romana, questo periodo dell’anno è associato alla divinità greca di Dioniso, Bacco per i latini, dio della vite, delle libagioni, ma anche emblema dei piaceri sensuali.
Lo splendido affresco “Trionfo di Bacco” di Domenico Piola (1687-1688) che decora la Sala d’Autunno di Palazzo Rosso a Genova, ci offre un’immagine della divinità che esula dal consueto: qui non è infatti raffigurata come d’abitudine nel pieno di sfrenati bagordi, ma nel momento in cui, giunta all’isola di Nasso, incontra e sposa la bella Arianna.
Animali sacri al dio, satiri, baccanti e centauri circondano la scena, incorniciata da un fregio dorato con tralci di vite: un tripudio di gioia e di vita. Ed è ancora un momento di abbondanza quello rappresentato da Fancisco Goya ne “La Vendemmia”, dipinto nel 1786 e custodito oggi al Museo del Prado.
L’autunno è un momento che suscita emozioni ambivalenti, talvolta in contrasto fra loro, e queste contrapposizioni sono molto ben rappresentate nell’arte, dove la stagione autunnale ha ispirato opere di grande voluttà, ma anche di estrema malinconia. Nella tradizione greco-romana, questo periodo dell’anno è associato alla divinità greca di Dioniso, Bacco per i latini, dio della vite, delle libagioni, ma anche emblema dei piaceri sensuali.
Lo splendido affresco “Trionfo di Bacco” di Domenico Piola (1687-1688) che decora la Sala d’Autunno di Palazzo Rosso a Genova, ci offre un’immagine della divinità che esula dal consueto: qui non è infatti raffigurata come d’abitudine nel pieno di sfrenati bagordi, ma nel momento in cui, giunta all’isola di Nasso, incontra e sposa la bella Arianna. Animali sacri al dio, satiri, baccanti e centauri circondano la scena, incorniciata da un fregio dorato con tralci di vite: un tripudio di gioia e di vita. Ed è ancora un momento di abbondanza quello rappresentato da Fancisco Goya ne “La Vendemmia”, dipinto nel 1786 e custodito oggi al Museo del Prado.



