Domenica 29 ottobre, Web Garden ha portato i suoi soci a vivere un’esperienza unica e suggestiva attraverso il TrEno Enogastronomico che percorre le Langhe, il Roero e il Monferrato.
Un viaggio tra le vigne e le colline, oggi patrimonio dell’Unesco, su un trenino storico, dove nelle antiche carrozze Centoporte delle Ferrovie Italiane – in servizio tra gli anni 1928 e gli anni ’80 – ti accolgono vagoni completamente ristrutturati, con gli ottoni lucidi delle maniglie, le panche in legno verniciate a nuovo, le belle tendine di broccato alle finestre come un tempo passato.
Prima di addentrarci nel racconto della giornata tengo a ringraziare la persona che ha reso possibile vivere questa magia: Edoardo Vallarino Gancia. Spinto dal suo amore per il territorio delle Langhe- Monferrato, ha pensato che non ci fosse modo migliore per promuoverlo e valorizzarlo, che quello di fare rivivere la tratta voluta da Cavour: 45 km di binari lungo due storici tracciati che uniscono Asti, Castagnole delle Lanze, Nizza Monferrato, Canelli e Mortara. Quindi ha fondato, con l’aiuto di Gianluigi Barone, la società LMR Events, che consente di vivere un’esperienza emozionale, tra degustazioni e paesaggi da ammirare attraverso i finestrini delle carrozze. Ma non si è limitato a questo.
Una volta giunti a destinazione, ha ideato un percorso enogastronomico, organizzando delle visite guidate presso le famose “ cattedrali sotterranee “, una sosta presso un ristorante tipico di Canelli per assaggiare le varie prelibatezze piemontesi e infine la possibilità di accedere in esclusiva al giardino del Castello Gancia.
Mi sento di dire : missione compiuta.
Torniamo al nostro viaggio.
Saliti a bordo del treno storico alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova, ci siamo diretti verso Canelli godendo della vista delle colline ed dei vigneti, beneficiando dei colori del foillage autunnale. Nel frattempo eravamo intrattenuti dalla bravissima Elena, nostra guida per tutta la giornata, che ci ha parlato della storia dello spumante, raccontandoci anche simpatici aneddoti come quello del Tubiot: essere gnomesco che per millenni ha scavato senza sosta con il suo piccone le colline, creando così le famose “ cattedrali sotterranee “, oggi patrimonio dell’UNESCO.
Tra una narrazione e l’altra, degustando l’Asti Spumante, con lo sguardo oltre le tendine di broccato, continuavamo ad ammirare i paesaggi dolci e morbidi delle colline ricoperti da filari di vigne e di noccioleti.
Giunti a Canelli, capitale italiana dello Spumante, ci siamo addentrati per le sue stradine verso il Castello Gancia, non senza fermarci ad ammirare un meraviglioso esemplare di Platano al centro della piazzetta storica della città.
Per raggiungere il Castello bisogna inerpicarsi lungo una stradina chiamata la Via degli innamorati: un percorso pedonale ideato dall’artista francese Raymond Peynet dove, oltre a una sua opera, ci sono i lavori di artisti come Massimo Berruti, Antonio Catalano, Manuela Incorvaia.
Attraversato il cancello di ingresso del Castello siamo stati ricevuti dalle statue di Perseo, Prometeo, Melpomene, Zeus e da altre ancora, che ci hanno accompagnato all’interno di un meraviglioso giardino all’italiana, che pare ricondurre agli splendori del Seicento. Un’esplosione di natura sapientemente guidata dall’uomo, curatissimo in ogni dettaglio: dai bossi, potati con varie misure per creare una caratteristica rotonda che definisce gli spazi, al tripudio di cedri e ortensie fino ad arrivare al roseto, dove è piantata una speciale varietà di rosa dedicata dal vivaio Meilland a Emanuela Gancia.
Il nostro guardo scivolava dall’incredibile giardino alle colline ricolme di filari di vigne che si perdevano oltre l’orizzonte. Terminata la visita ci siamo recati presso l’Osteria dei Meravigliati che si trova in un antico palazzo, anche sede dell’Enoteca Regionale di Canelli e dell’Astesana, dove abbiamo assaggiato piatti tipici piemontesi come la carne cruda, l’insalata russa, agnolotti, guancia di vitella e infine il dolce tipico “ bunet”, il tutto accompagnato da una eccellente degustazione di vini. Il clou della giornata lo abbiamo raggiunto con la visita a una delle cosiddette cosiddette “cattedrali sotterranee” di Canelli, strutture dal fascino unico destinate all’invecchiamento dei vini: capolavori di architettura e ingegneria enologica, dove milioni di bottiglie sono lasciate a fermentare alla temperatura costante di 12*-14* C assumendo gli aromi e i sapori tipici dello spumante e dei vini.
La visita alla Cantina Bosca è stata allietata dal privilegio di avere come guida Polina Bosca, che ci ha condotto con maestria nei vari spazi della “sua” cattedrale, magnifica per la sua imponenza e per l’abbinamento alla bellezza naturale del luogo di installazioni artistiche permanenti, come quelle dello scenografo Guglielminetti, il tutto reso ancora più grandioso dal gioco di luci e suoni. L’intensità e l’orgoglio di illustrarci la storia della sua famiglia e della sua azienda, che si tramanda di generazione in generazione, ha affascinato tutti noi riempiendoci di ammirazione verso questa giovane donna.
Terminata la visita, conclusasi con la degustazione degli spumanti Bosca, siamo ritornati in stazione, felici per l’incredibile giornata appena trascorsa e pronti per riprendere il trenino storico, consapevoli di avere ancora un paio d’ore prima di arrivare a Torino, per continuare a sognare.
Questo articolo fa parte del numero 21 di Web Garden: I fiori nella moda
Nella Maison di Cristina Tardito – nome d’arte Kristina Ti – si respira un’aria frizzante e creativa, che fa trasparire tutta la passione e la determinazione della proprietaria nella ricerca dei dettagli per creare capi di abbigliamento sempre unici e riconoscibili. Negli anni Cristina ha trasformato l’azienda del padre in un luogo magico e allegro dove, anche grazie alle meravigliose tappezzerie floreali che decorano i muri, fin da quando si varca l’ingresso ci si trova in un’atmosfera familiare, dove tutti la aiutano a realizzare il suo sogno: la ricerca della bellezza a 360 gradi.
Cristina, qual è stato il tuo percorso?
«Il marchio Kristina Ti lo ha ideato mio padre quando ho iniziato a lavorare con lui. Anzi, ancora prima di iniziare. Mi diceva sempre: “Tu non devi mai arrivare prima del tuo brand, tu devi farti conoscere per te stessa e poi per il tuo brand”. Ho iniziato con i costumi da bagno e ho visto che era un lavoro che mi appassionava e piaceva al pubblico; quindi ho aggiunto la lingerie, fino ad arrivare a disegnare vestiti da giorno e da sera. Inizialmente, per farmi conoscere andavo io dai clienti e partecipavo alle fiere.
In seguito, anche grazie all’intuizione di mio padre, ho aperto il mio primo negozio a Porto Cervo, dove vendevo costumi da bagno e lingerie. Fingevo di essere la commessa del negozio così potevo ascoltare i commenti delle persone, le loro eventuali osservazioni che poi mi appuntavo per migliorare. Ho avuto modo di conoscere personaggi internazionali, come la moglie di John Kennedy Jr, Carolyn Bessette, che fin dall’inizio è stata una convinta ammiratrice di Kristina Ti.
Visto il successo della mia prima boutique, un amico mi propose di aprire un altro negozio a Milano e poi da lì sono seguiti Forte dei Marmi, Torino, Bologna e Parigi».
Parigi?
«Ecco, posso dire che Parigi ha rappresentato la mia “sliding door” perché mi ha messo in contatto con una grande Maison parigina. L’11 settembre del 2001 ho ricevuto una telefonata dall’ufficio della Maison nella quale mi chiedevano di passare da loro. Dopo tre colloqui e un incontro con l’art director, ho iniziato a collaborare per la casa di moda con l’intesa che potevo portare nella mia azienda i disegni fatti per loro ed è così che sono riuscita a trasformare l’azienda di famiglia. In conclusione, posso sinceramente affermare che l’azienda di famiglia ha trasformato me e poi, in seguito, io ho trasformato lei».
Qual è il tuo grande desiderio?
«Voglio essere scoperta senza preconcetti e pregiudizi. Stupire con il mio prodotto, con la mia passione e dedizione. La scelta di tessuti inusuali per i miei capi rappresenta la mia vera sfida».
Come vedi il futuro?
«Vivo il momento, faccio pensieri, sono sempre alla ricerca del partner ideale che dovrebbe compensare la mancanza del mio lato commerciale. Il mio pensiero è su Kristina Ti. Voglio fare conoscere il mio brand nel mondo. Ho iniziato con un’idea che continua a trasformarsi tenendo sempre ferma l’attenzione per i dettagli».
Che importanza attribuisci ai fiori nelle tue creazioni?
«I fiori sono sempre stati presenti in tutte le mie collezioni. Lotto per non fare capi troppo romantici ma ricerco sempre la femminilità, mi piace che la donna sia sensuale senza essere volgare. Il fiore è un elemento che mi collega alla Natura e quindi alle sete, al lino, ai cotoni. Certamente non uso mai materiali sintetici: il fiore mi porta alla natura e alla qualità. Proprio con i fiori mi sono cimentata nei miei primi costumi da bagno.
Lavorare su 30-70 centimetri di stoffa non è semplice ed è proprio per questo motivo che ho iniziato a immaginare l’uso dei fiori. Non ho adottato un fiore specifico, come hanno fatto le grandi case – Chanel con la camelia, Dior con il mughetto oppure Valentino con la rosa – ma ho adottato uno stile che richiama quello Liberty. Non esiste stampa più evocativa di quella floreale.
È da sempre un evergreen: una carta vincente per mantenere la mia identità con uno stile distintivo. D’altronde, si sa, il potere dei fiori seduce e ammalia e io cerco sempre di dare carattere ai miei vestiti. Amo la fusione tra la personalità dei miei abiti e quella della donna che li indossa: di chi vuole distinguersi e non ha paura di essere diversa».
La bellissima città di Palermo ha accolto gli amici di Web Garden nel primo fine settimana di marzo con l’estro che le è consueto. La Sicilia è una regione magica, ma Palermo lo è di più, con i suoi colori e la sua atmosfera dove si fondono in modo naturale tre diverse culture: araba, normanna e spagnola.
Non si può non rimanere incantati dallo sfarzo e dall’unicità di Palazzo Reale, rinominato – con l’avvento della Repubblica – Palazzo dei Normanni, oggi sede dell’Assemblea Regionale. Di questa residenza reale, la più antica d’Europa, abbiamo potuto apprezzare appieno la bellezza grazie alla nostra bravissima guida, Daniela.
Abbiamo molto ammirato la stanza di re Ruggero I: a differenza della Cappella Palatina, reca mosaici che non celebrano un culto religioso ma affermano in modo importante il potere dei reali. Mosaici bizantini in oro zecchino raffiguranti leoni, pavoni, centauri e scene di caccia che danno conforto alla fusione esistente tra le culture diverse.
E che dire della Cappella Palatina, recentemente restaurata, anch’essa ricoperta di mosaici da terra fino al soffitto, realizzato con un legno particolare che si trova nella dorsale montuosa delle Madonìe? Non basta un’intera giornata per godersi tutta la meraviglia di questa basilica siculo-normanna, dal 2015 Patrimonio Unesco dell’Umanità, che il poeta e scrittore francese Guy de Maupassant definì «il più sorprendente gioiello religioso sognato dal pensiero umano».
Sobria ma non per questo meno bella, tanto da essere anch’essa Patrimonio dell’Umanità, è la chiesa di San Giovanni degli Eremiti, cui si accede attraversando un giardino così rigoglioso che sembra inneggiare al paradiso, col suo chiostro abbellito da colonne con capitelli a foglie d’acanto e piante lussureggianti come in un libro di fiabe.
Daniela ha poi insistito per accompagnarci alla Cattedrale, lo straordinario Duomo cittadino con i suoi quattro campanili angolari in stile normanno-gotico: per lei non era pensabile che partissimo senza averla vista, e come darle torto.
Sabato mattina siamo andati a visitare la Valle dei Templi con il suo meraviglioso giardino di Kolymbethra e, poco distante, il Central Cultural Art di Favara. Kolymbethra è molto di più di quanto avevamo raccontato. È un luogo magico e senza tempo. Gli scorci unici che offre tolgono il fiato per la loro bellezza, resa ancora più dolce dai mandorli in fiore che li incorniciano.
Grazie al professor Lo Pilato e alla nostra guida, Gigi, abbiamo appreso che 2500 anni fa l’intera valle che faceva riferimento alla città di Akragas venne trasformata in un lago per consentire ai 250-300mila abitanti di approvvigionarsi con quello che era – e ancora è – il bene più prezioso: l’acqua. Kolymbethra in greco significa “piscina”, ed ecco spiegato il rinvenimento di 18 gallerie sotterranee attribuite all’architetto Feace nel 480 a.C. Oggi, grazie a questi tunnel sotterranei, si può godere di una natura florida e rigogliosa tutto l’anno, persino in estate, malgrado il caldo torrido che si registra in questa incredibile terra siciliana.
Anche il tempo è stato clemente. Per quanto le previsioni non fossero inizialmente buone, ci ha invece consentito di goderci il giardino di Kolymbethra e la meravigliosa Valle dei Templi con i suoi monumenti. Particolare è stata anche la visita al paese di Favara, nel cui centro storico si trova il Central Cultural Farm: galleria d’arte en plein air e residenza per artisti; esempio di come si possa recuperare un territorio investendo sulla cultura.
L’iniziativa, assolutamente pregevole, nasce da una coppia di sposi che, nel 2010, ha acquistato alcune dimore ed edifici, disposti attorno a una corte principale e sette piccoli cortili. Così, nelle piccole vie del centro, oggi si possono trovare opere di artisti emergenti che vogliono trasmettere messaggi trasversali. Anche l’idea di piantumare all’interno di un’antica dimora, Palazzo Miccichè, esemplari di piante ha l’intento di voler rivendicare la natura, soprattutto in un posto dove l’uomo – attraverso le sue costruzioni – ne ha distrutto, o almeno rovinato, il paesaggio.
Aggiungete a tutto ciò l’allegra compagnia e l’arte culinaria del luogo, che ci ha allietato con le sue prelibatezze (dai supplì alla pasta con le sarde, dagli involtini di pesce spada ai meravigliosi cannoli), gustate sorseggiando vini bianchi come il Catarratto e il Grillo o rossi come il Nero d’Avola, ed ecco che il primo evento 2023 di Web Garden si è felicemente compiuto in amicizia e curiosità, nello splendore della Storia, e naturalmente dell’Arte e dei Giardini.
Il team di Web Garden vi augura di passare un felice Anno Nuovo.
Nel farlo vi proponiamo la canzone “Who Wants to Live Forever” dei Queen interpretata da Lorenzo Licitra dall’evento di Natale del 2021 al Duomo di Torino!
Il team di Web Garden vi augura di passare un felice Natale con le vostre famiglie e amici, nell’attesa di ripartire con un nuovo anno ricco di novità, giardini, articoli e news.
Nel farlo vi proponiamo la canzone “White Christmas” interpretata da Lorenzo Licitra dall’evento di Natale del 2021 al Duomo di Torino!
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