Questo articolo fa parte del numero 16 di Web Garden: Il linguaggio della Natura: le api.
Il miele, delizioso cibo d’oro, è amato e conosciuto sin dai tempi antichissimi. I primi ad allevare le api furono gli egizi, lungo il delta del Nilo. Per i greci era il cibo degli dei: nella loro mitologia era Melissa, la figlia del re di Creta, a nutrire Zeus di questo nettare prezioso. I romani ne sfruttavano le proprietà terapeutiche e lo utilizzavano per la preparazione di birre, dolci ed idromele (una bevanda data dalla fermentazione del miele diluito in acqua).
È però sotto Carlo Magno, nel Medioevo, che l’apicoltura si struttura realmente. Un editto del 759d.C. imponeva a chiunque possedesse un podere di allevare le api per il miele e l’idromele, e conventi ed abbazie divennero importanti centri di apicultura.
Ma questo fluido meraviglioso è apprezzato in tutto il mondo da millenni, e se ne trova di ogni genere, dal semplice vasetto al supermercato fino a varietà pregiatissime. Il miele più costoso del mondo, per esempio, viene da una caverna profonda 1.800 metri nella valle del Saricayr, nel nord est della Turchia. Scoperto solo nel 2009 dall’apicoltore turco Gunay Gunduz, il miele Elvish (o miele degli Elfi) è stato venduto per la prima volta all’asta per 45.000 euro al kilo.
Gunduz aveva notato che alcune delle sue api erano sparite all’interno di una caverna. Dopo aver organizzato una vera e propria spedizione, l’apicoltore si è calato all’interno dell’antro per scoprire con sua grande sorpresa che nelle sue più remote profondità le api avevano colonizzato un’enorme camera dove il miele era invecchiato al buio per oltre sette anni. La sua particolarità è che non vi sono alveari, ma viene prodotto direttamente lungo le pareti rocciose ed in totale assenza di luce. Esposto a basse temperature, questo miele si cristallizza e richiede quindi un’attenta lavorazione una volta riportato in superficie. Il suo costo esorbitante è dovuto ad una combinazione di fattori che include la raccolta quanto meno impervia della materia prima, la sua complessa lavorazione, il sapore del tutto unico dato dalle sue condizioni e l’indiscutibile fascino che ammanta le sue origini. Il secondo kilo è stato venduto più a buon mercato: ha raggiunto solo i 28.800 Euro!

In Nepal invece esiste un miele selvatico, le cui proprietà psicotrope gli hanno conferito il nome di “Mad Honey”. Definito come un miele allucinogeno, i suoi effetti spaziano da quelli della forte ubriacatura da alcool fino a quelli di un’overdose e derivano dalla graianotossina, una tossina presente nelle piante di rododendro da cui proviene ed è prodotto dalle api himalayane, le più grandi al mondo. La raccolta del Mad Honey è estremamente complessa e pericolosa, poiché gli alveari si trovano su declivi che richiedono le abilità di scalatori espertissimi per essere raggiunti, anche con l’ausilio di scale di bambù alte fino a centinaia di metri.
Una volta guadagnati gli alveari, i raccoglitori usano del fumo per fugare le api, che spesso si fanno aggressive ed i malcapitati non riescono ad impedire di rientrare alla base con decine di punture. Una volta compiuta l’impresa, il prezioso bottino è suddiviso fra i vari villaggi e deve compiere una lunga strada prima di arrivare alla commercializzazione, dove raggiunge il ragguardevole costo di circa 150 Euro al kilo. Nel 2016 il fotografo e documentarista David Caprara ha realizzato il film “The Honey Hunters of Nepal” ed ha sperimentato su di sé gli effetti di questo nettare decisamente inebriante. Questo miele è utilizzato da millenni all’interno della medicina tradizionale nepalese, come antisettico e come rimedio per la tosse. La tribù autoctona Kulung lo utilizza anche durante i riti di natura sciamanica, per favorire sogni e visioni.
Molto più conosciuto ed accessibile è il miele di Manuka. La pianta da cui proviene, è un sempreverde che cresce in Australia e Nuova Zelanda, ricca di metilgliossale: un principio attivo ben noto nella tradizione Maori per le sue proprietà antisettiche, antibatteriche, antiossidanti, cicatrizzanti ed antibiotiche tanto forti da essere efficaci anche contro il pernicioso stafilococco aureo. I suoi benefici sono talmente potenti che questo miele può essere sia ingerito che utilizzato per preparare impacchi cutanei disinfettanti. È efficace anche per la cura dei bruciori di stomaco, del reflusso gastroesofageo e di tutte le malattie da raffreddamento, come anche l’influenza, poiché aiuta ad aumentare le difese immunitarie.
A differenza dei primi due, questo piccolo nettare miracoloso è facilmente reperibile e si può acquistare a prezzi assolutamente più modici.